Biologico vs Industriale: Come il tempo ha cambiato i profili nutrizionali!

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Affermare che nei nostri geni siano ancora insiti i lasciti degli avi cacciatori e raccoglitori è un concetto fuori discussione.

 

Le convinzioni che ne sono derivate consacrano la supremazia delle usanze agricole tradizionali sui recenti processi di industrializzazione alimentare.

 

Cosa ha comportato questo passaggio? 

 

Apparentemente l’utente finale di un qualsiasi prodotto alimentare non percepisce la differenza tra un pollo allevato “in uno stato di libertà”, come i suoi antenati selvatici, e il suo corrispettivo “moderno” alimentato a granaglie.

 

Nello specifico, la carne, il latte e le uova, ovvero i prodotti di un animale allevato al pascolo risulteranno meno grassi dei prodotti di un animale allevato in maniera intensiva.

 

Il Beta-carotene, la Vitamina E e l’Acido folico, presenti nell’erba verde passano automaticamente nell’animale che se ne ciba e quindi nei prodotti da esso derivati.

 

Di conseguenza si ottiene un alimento meno ricco di grassi saturi.

 

Inoltre è stata riscontrata anche la presenza dell’Acido linoleico coniugato (CLA), un acido grasso molto importante poiché diversi studi hanno attestato la sua azione benefica nei processi di dimagrimento e in quelli preventivi del cancro.

 

Nelle cellule delle piante verdi, che come abbiamo detto prima vengono assimilate dagli animali da pascolo, e che ritroviamo nella carne, nel latte e nelle uova, sono stati trovati anche alti livelli di omega-3, acidi grassi essenziali che risultano fondamentali per lo sviluppo neuronale.

 

Insieme agli omega-3, è utile fare un breve focus anche sugli omega-6, ugualmente utili per il nostro organismo. I primi derivano dalle foglie, i secondi dai semi.

 

L’industrializzazione, mutando la nostra alimentazione, ha mutato anche il rapporto tra questi due acidi che da 1:1 è passato a 1:10.

 

Le conseguenze negative per l’organismo umano, trattandosi nello specifico di un coagulante e di un anticoagulante, riguardano l’apparato cardiovascolare e tutti i relativi rischi.

 

La rivoluzione alimentare quindi ha interessato ogni specie animale. 

 

Anche ai salmoni, oramai quasi tutti da allevamento, viene riscontrata un’alimentazione simile a quella dei bovini, cioè a base di cereali.

 

Se idealmente una carne bianca ha più principi nutritivi di una rossa, questo si deve alla sua dieta e a come è stato allevato.

 

Può quindi succedere il contrario, cioè che un bovino ha più nutrienti di un salmone.

 

Analogamente questo discorso può interessare il senso del gusto.

 

Cosa accade quando assaporiamo un cibo? 

 

Le nostre papille gustative si sono talmente abituate via via ai sapori da non provocare a livello intellettivo quel rimando che dovrebbe far scaturire la curiosità di andare oltre.

 

Sarà sempre più difficile ritrovare il vero sapore di un alimento se questo è costantemente sottoposto a variazioni di natura industriale.

 

E sarà sempre più complicato distinguere il “piacere di mangiare”, cioè la soddisfazione di un bisogno, dal “piacere della tavola”, ovvero il prodotto più alto della nostra civiltà.

 

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