Aumentare il metabolismo (i segreti non segreti)
Fonte contenuti: Mypersonaltrainer, leggi l’articolo completo su questo link (https://bit.ly/3FDqQq8)
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La terapia nutrizionale cerca di regolare l’equilibrio chimico del tuo organismo. Si tratta di fornirgli il giusto mix di sostanze nutritive per funzionare al meglio, qualunque siano i tuoi obiettivi.
Sì, per alcune persone, l’obiettivo potrebbe essere quello di modificare la composizione corporea, ovvero ridurre il grasso, raggiungere un peso forma, aumentare la massa muscolare o migliorare la densità ossea.
Tuttavia, esistono casi in cui ti viene chiesto di contrastare l’ipertensione, o i livelli di colesterolo, apportando cambiamenti radicali all’alimentazione. Quindi imparare come effettuare questi aggiustamenti ti assicura di poterli rispettare.
Quanti di voi pensano che le informazioni presenti su internet sono sufficienti per far fronte a tutte queste esigenze? Perché pagare un nutrizionista per dirmi esattamente le stesse cose?. Conosciamo la risposta!
Beh, la differenza sta negli esami! Dunque, a patto che tu non sia in grado di effettuare un’autodiagnosi e di testare autonomamente il tuo organismo, il medico nutrizionista è l’unico che può farlo, ed è anche l’unico che può avere un quadro certamente più completo su di te. Chi può farlo online? Conosciamo anche questa risposta.
I terapisti della nutrizione utilizzano le evidenze scientifiche per formulare le loro raccomandazioni. Il loro approccio comprende il modello di medicina funzionale e di diagnosi differenziale, interamente incentrate sul paziente. Questo modello si concentra sull’identificazione dei problemi con una visione globale sull’organismo, intercettando ulteriori problemi, cause o sintomi che potrebbero contribuire allo sviluppo di ulteriori patologie.
La consultazione iniziale di 45 min circa, la si dedica agli esami e all’ascolto attivo della storia clinica, e a fornire consigli nutrizionali personalizzati. Verranno altresì prescritti ulteriori esami se necessario.
Non ci stancheremo mai di dirlo: non è solo una questione di peso! La terapia nutrizionale agisce su:
I nutrizionisti sono campioni dell’equilibrio e della varietà: si preoccupano dell’alimentazione di cui il tuo corpo ha bisogno e ti guidano nelle diverse alternative possibili per goderne al massimo.
Potresti discutere su come fare scelte migliori durante le crisi di fame, o sul concetto di porzione ragionevole o, ancora, come bilanciare le complesse esigenze nutrizionali dei membri della famiglia e come sostituire gli alimenti che si adattano meglio alle tue condizioni fisiologiche.
Lavorando con un terapista nutrizionale, riceverai consigli e indicazioni dettagliate e personali che si adattano alle tue esigenze, obiettivi e circostanze.
Le crisi energetiche, durante il giorno (tipicamente a metà pomeriggio), sono spesso un segno di fluttuazioni dei livelli di zucchero nel sangue (glicemia alterata).
Assumere tanti zuccheri aumenta la glicemia, questo è chiaro a tutti! Ciò che spesso si bypassa, però, è che un repentino calo della glicemia porterà ad avvertire voglia di dolce nel breve termine. Questo crea un ottovolante ed una continua e fluttuante sensazione di fame che ci accompagna per tutto il giorno.
Quindi in generale è meglio mantenere un livello glicemico costante scegliendo cibi a basso contenuto di zucchero cercando di ridurre al minimo i picchi.
Chiedi al tuo medico nutrizionista di supportarti sviluppando un piano semplice da seguire.
Quanti di voi hanno provato, durante la notte, l’esperienza di girarsi continuamente e di svegliarsi al mattino con la sensazione di aver lavorato una settimana senza sosta?
Come dici? Ti capita spesso? Una delle prime cause potrebbe essere proprio l’alimentazione!
Questo è una di quelle situazione in cui il medico nutrizionista potrebbe aiutarti consigliandoti delle cene a base di alimenti e sostanze/integratori che supportano la qualità del sonno.
Sintomi come gonfiore, flatulenza, diarrea, stitichezza o bruciore di stomaco non sono normali e possono essere affrontati attraverso dei cambiamenti mirati alle abitudini alimentari.
Dopo aver esaminato il tuo diario alimentare, i nutrizionisti possono consigliarti di ridurre o apportare determinati alimenti nella tua dieta, noti per il loro potenziale sui problemi intestinali. Saranno anche in grado di consigliarti le migliori strategie per migliorare l’equilibrio della flora batterica intestinale.
La frequenza e la gravità del mal di testa possono spesso essere ridotte modificando la dieta. Identificare le intolleranze alimentari, eliminare alimenti contenenti ammine (cioccolato, formaggio, agrumi, birra, vino), ridurre al minimo le fonti alimentari di acido arachidonico (grassi animali) e affrontare i problemi intestinali possono portare a un netto miglioramento dei sintomi.
Alcuni alimenti come uova, latte, pesce, soia o grano sono noti per il loro potere di favorire il peggioramento dell’eczema, mentre un aumento degli acidi grassi essenziali (presenti nello sgombro, nell’aringa, nel salmone, nei semi di lino) può essere un trattamento efficace per alleviarne la sintomatologia.
Anche in questo, il medico nutrizionista, può aiutarti a creare un menu con delle idee di ricette utili per il trattamento.
Molti alimenti hanno proprietà antinfiammatorie e quindi possono aiutare a ridurre parte del dolore causato dall’infiammazione. Il pesce azzurro, ad esempio, e alcuni frutti, tra cui papaia e ananas, supportano anche una risposta antinfiammatoria.
Il cibo è molto più di una fonte di energia. Assicurarsi di assumere alimenti sani, e nelle giuste quantità, può migliorare la salute, in maniera sorprendente. Se hai un problema di salute dovresti parlare con il tuo medico, scoprirai che molte situazioni sono risolvibili con la dieta sana.
Osservando il contenuto della dieta e la pianificazione dei pasti, gli orari dei pasti e affrontando la fattibilità di questi cambiamenti, possiamo creare un piano dietetico per garantirti l’assunzione dei giusti alimenti, tenendo conto delle possibili influenze dello stile di vita.
Ci sono tre nutrienti di cui abbiamo bisogno in grandi quantità: proteine, carboidrati e grassi. Le proteine del corpo sono costituite da lunghe catene di sostanze chimiche chiamate amminoacidi.
Gli amminoacidi possono essere suddivisi in due gruppi: aminoacidi non essenziali, che possono essere prodotti dall’organismo e aminoacidi essenziali, che non possono essere prodotti dall’organismo e devono necessariamente essere introdotti tramite la dieta.
Le proteine vengono utilizzate per le seguenti funzioni:
Queste lunghe catene vengono costantemente spezzate, quindi il tuo corpo deve sostituirle ogni giorno.
La raccomandazione per gli adulti, sedentari, è di assumere 1,2g di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Per una persona che pesa circa 75 kg, si tratta di circa 90g / giorno.
Neonati e bambini, donne incinte, donne che allattano e persone in convalescenza, avranno bisogno di assumere un po’ più di proteine. Questo perché il loro organismo va incontro a processi di crescita, guarigione o produzione di nuove cellule.
La richiesta proteica entra in gioco anche nel caso in cui si volesse stimolare l’aumento della massa muscolare o si pratichi sport in generale. Molti utilizzano shaker e frullati ma la verità è che la maggior parte di noi ottiene tutte le proteine di cui ha bisogno dal cibo. Se hai obiettivi specifici legati allo sport, chiedi al tuo nutrizionista di fiducia.
Pesce, carne e latticini contengono tutti e nove gli amminoacidi essenziali. Questi prodotti di origine animale sono noti come “proteine complete“.
Alcune proteine, come la carne rossa, sono molto ricche di grassi saturi, quindi è consigliabile non mangiare cibi a base di manzo, agnello o maiale più di due volte a settimana. Prova a scegliere carni magre, pollo, pesce e latticini a basso contenuto di grassi come fonte primaria di proteine di origine animale.
I prodotti animali sono densi di proteine. L’elenco seguente mostra un esempio dei tipi di alimenti che le contengono, e quante ne contengono per 100 g:
Alcune fonti di proteine vegetali contengono tutti e nove gli amminoacidi essenziali e sono note come proteine complete: semi di soia, quinoa, miglio, avocado, spirulina. Tuttavia, la maggior parte delle proteine vegetali contiene solo alcuni amminoacidi essenziali, quindi sono note come “proteine incomplete”. Il nutrizionista può aiutarti ad associare bene gli alimenti
I prodotti a base vegetale tendono a contenere meno grammi di proteine per 100 g rispetto ai prodotti animali.
Se assumi prodotti animali, la tua dieta conterrà probabilmente molte proteine ma, come dicevamo, se sei vegetariano o vegano, mangiare proteine in combinazione ti assicurerà di ottenere tutti gli amminoacidi essenziali, alcuni esempi:
NOTA BENE: Dal momento che il tuo corpo non può immagazzinare troppe proteine, è meglio assumere piccole quantità ad ogni pasto o fare uno spuntino ricco di proteine, per garantire un buon apporto durante la giornata.
Tempo di lettura: 2 minuti
Si dice che la matematica può spiegarti l’universo, ma può anche spiegarti perché non riesci a raggiungere il tuo obiettivo di peso!
Se il tuo indice di massa corporea o la tua percentuale di grasso sono un po’ alti (o un po’ bassi), raggiungere un peso ideale, in modo sano, dovrebbe essere una delle tue priorità. Certo, è più facile a dirsi che a farsi, perché siamo vittime di valutazione calorica molto complessa da fare.
UNA STORIELLA PER TE
Diamo il benvenuto a Luca, il nostro compagno di viaggio!
Luca ha 40 anni, è alto 1,75, pesa 100 kg ed ha una percentuale di grasso corporeo del 32%. Seguendo un semplice calcolo, il suo indice di massa corporea (BMI) ricade all’interno della fascia degli obesi.
Luca è un direttore di banca di successo, molto impegnato, e il lavoro gli impedisce di svolgere attività fisica.
Sembra chiaro che tutte le calorie in eccesso vengono trasformate in grasso dal suo organismo e, in queste condizioni, non può mantenere il suo peso attuale, figuriamoci perderlo!
DEFINIRE L’OBIETTIVO
Sappiamo che la base, per un successo a lungo termine, è rappresentata da una perdita di peso iniziale tra 500 gr e 1 kg a settimana circa, rendendo sostenibile il cambiamento dello stile di vita.
Va altresì considerato che un deficit calorico superiore alle 500 kcal giornaliere è deleterio a lungo termine. In altre parole, se Luca vuole aumentare il deficit calorico (>500 kcal) non deve mangiare ancora meno, ma deve muoversi di più.
IL CAMBIAMENTO
Un obiettivo sostenibile per Luca potrebbe essere quello di perdere 10 kg di grasso in quattro mesi. Certo, può sembrare ambizioso, ma lui è pronto a cambiare ed ha anche il supporto della partner.
Ripercorrendo la storia di Luca, ricordiamo che ha un surplus calorico di 800 kcal al giorno delle quali deve assolutamente liberarsi, e che per perdere 10 kg di grasso deve consumare 90.000 kcal in 4 mesi (750 kcal al giorno)
In sostanza dovrà eliminare 1500 kcal al giorno (800 + 700) per 4 mesi ma, come dicevamo in precedenza, un deficit calorico sano non deve superare le 500 kcal giorno. Ciò vuol dire che le altre 1000 kcal dovrebbero essere consumate attraverso il movimento e l’attività fisica
EVOLUZIONE
Luca sta perdendo peso ed è più in forma. Il suo metabolismo aumenta (significa che brucia più calorie a riposo), e con esso anche la sua motivazione. Al prossimo controllo, il metabolismo di Luca viene testato nuovamente e sul risultato vengono modificate dieta ed esercizio fisico.
RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO
Le cifre viste per Luca sembreranno scoraggianti, ma in realtà sono la risultante di piccolissimi ma continui cambiamenti giornalieri. Non sappiamo sa se Luca raggiungerà il suo risultato al 100%, ma sarà comunque un miglioramento significativo.
Luca ci insegna, dunque, che se non sei pronto a impegnarti a cambiare, le probabilità di successo sono basse.
POSSIAMO AIUTARTI?
Qui di seguito ti suggeriamo un piccolo test che puoi fare per capire se sei pronto a farti aiutare da noi!
Si chiamano “fasi del cambiamento” e sono:
CONSIGLI
Guarda un po’! Luca è arrivato al termine del suo percorso, ha perso 8 kg di grasso corporeo, l’80% del suo obiettivo iniziale, ma oggi è comunque una persona più attiva, più sana e più felice.
Ecco i consigli che Luca si sente di darti:
Ad maiora!
“Fat but Fit” è una frase utilizzata nei paesi anglosassoni per descrivere un dibattito attivo ormai da oltre un decennio.
Ma cosa vuol dire? Di cosa stiamo parlando?
Il significato letterale è “Grasso ma in salute”, infatti come detto in precedenza, nell’ultimo decennio, si è sempre affermato che l’obesità non fosse una situazione di gravità estrema se non associata a patologie metaboliche o cardiovascolari esistenti.
In altre parole, se sei obeso ma non soffri di diabete di tipo 2, di ipertensione o di colesterolo alto, potresti essere trattato come un normopeso in salute. Peccato che prove crescenti suggeriscono che essere obesi ma in “salute” è comunque un fattore di rischio per la salute futura, indipendentemente dal resto.
Abbiamo preso in considerazione due studi in particolare (li trovi tra le referenze), di cui il primo (1) basato su un campione di 18.000 partecipanti provenienti da dieci paesi europei. Tale studio ha rilevato che le persone obese in “salute” hanno un rischio più elevato di sviluppare una patologia coronarica rispetto alle persone sane e normopeso.
Il secondo studio (2), invece, ha maggiormente approfondito questo aspetto. Ad oggi, è il più grande studio prospettico effettuato sugli obesi sani. Il campione è di 3,5 milioni di persone, a partire dai 18 anni di età (Gli obesi dovevano essere privi di condizioni patologiche)
Rispetto al precedente, è stata analizzata l’associazione tra obesità (in salute) e sviluppo di coronaropatia, ictus, insufficienza cardiaca e malattie vascolari periferiche. Inoltre, durante un periodo di follow-up, si è valutato il mantenimento nel tempo delle condizioni di salute degli obesi sani.
Bene! Anzi, male!
Durante il periodo di follow-up, il 6% degli obesi sani si è ammalato di diabete, il 12% di dislipidemia e l’11% di ipertensione.
Non solo! Rispetto ai normopeso in salute, gli obesi hanno ottenuto un 49% di rischio maggiore di sviluppare malattie coronariche, un 7% maggiore di avere un ictus e, udite udite, il 96% in più di avere un’insufficienza cardiaca.
Questi risultati, tra l’altro, non hanno correlazione con fattori esterni quali età, sesso, fumo e condizioni socio-economiche, in quanto sono già stati presi in considerazione.
Dunque si può essere “Fat but Fit”?
No!
Certo, un caso su un miliardo potrebbe godere di un codice genetico da Capitan America e vivere fino a 150 anni, ma per il resto possiamo ormai affermare che essere obesi ma in “salute” NON e’ una condizione benigna.
Fortunatamente, la ricerca scientifica sta studiando in maniera più approfondita soluzioni mediche tecnologicamente avanzate, come Elipse, (Lo trovi a questo link https://bit.ly/2QBKxoa ) per contrastare, questa patologia.
Il tentativo è di mettere a disposizione di tutti, gli strumenti non invasivi per iniziare a vivere una vita più attiva, più sana e più felice
Andrea Romeo e Michele Rosa
Referenze:
(1) Lassale, Camille, et al. “Separate and Combined Associations of Obesity and Metabolic Health with Coronary Heart Disease: a Pan-European Case-Cohort Analysis.” European Heart Journal, vol. 39, no. 5, 2017, pp. 397–406., doi:10.1093/eurheartj/ehx448.
(2) Caleyachetty R. et al “Metabolically Healthy Obese and Incident Cardiovascular Disease Events Among 3.5 Million Men and Women.” Journal of the American College of Cardiology, Elsevier, 11 Sept. 2017, www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0735109717390502.
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“La gola è uno dei sette peccati capitali” ma ciò non ci autorizza a servirci del cibo per scopi lontani dal concetto puro e semplice di nutrizione.
È importante infatti distinguere al giorno d’oggi le persone affette da “malnutrizione” (o “ipernutrizione”, che chiaramente sfocia nel patologico) e quelle che risultano “denutrite” (come accade nei paesi poveri).
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) durante l’ultimo Obesity Day (Ottobre 2017) ha ribadito la gravità della situazione in cui si trovano ormai migliaia di persone.
3 su 10 sono sovrappeso, 1 su 10 è obeso.
Ciò significa che più del 45% della popolazione ha scompensi alimentari che potrebbero versare in altrettanti squilibri salutari.
Cosa succede nella patria della “Dieta Mediterranea”?
Vengono sovvertiti i parametri nutrizionali e abitudinari che dovrebbero mantenere un organismo in salute.
Viene spontaneo pensare che nell’arco di 200 anni, dagli inizi dell’Ottocento ai primi anni 2000, sono state tantissime le scoperte di alimenti nuovi e di trasformazioni alimentari.
Non possiamo però affermare che si è trattato sempre di un plusvalore nel settore alimentare!
Chi è ancora il protagonista di questa evoluzione/involuzione alimentare?
L’essere umano, cioè la sua capacità di scegliere un alimento rispetto ad un altro.
A questi fattori si aggiunge anche lo zucchero, che si sa, insieme ai grassi, è un’importante fonte energetica per il nostro organismo.
Fin qui sembrerebbe tutto a posto ma un consumo eccessivo di questo elemento non ha di sicuro conseguenze positive.
I Fast-food sono in primis coloro che propongono un tipo di alimentazione “veloce e necessaria” che ha rivoluzionato l’idea salutare di “mangiare”.
Un corpo che assume più zuccheri di quanto dovrebbe non è in salute anzi è a rischio di molte patologie come il sovrappeso e l’obesità.
Quali sono le altre cause che hanno concorso allo sviluppo del sovrappeso e dell’obesità?
Gli stili di vita più sedentari, l’avvento della tecnologia che influisce sia sulla sfera lavorativa che sulle scelte individuali, le strategie di marketing e il binomio povertà/ricchezza dei cibi che spesso ci fa scegliere “il più dannoso solo perché più economico”.
Micros su questa situazione prende una posizione netta e definita.
Si staglia totalmente contro un’alimentazione insana e nociva, ed è contro anche gli stili di vita sedentari, cioè dove l’inattività fa da padrone.
Nessun corpo sta bene se non ha solleciti dal mondo esterno, se non svolge attività fisica e se non mangia sano.
Il nostro territorio è la madre di alimenti biologici, energici, salutari, di sterminati campi e di buona carne allevata naturalmente.
Vuoi schierarti anche tu dalla parte di Micros?
Il nostro staff può aiutarti a prendere consapevolezza e a indirizzarti verso la strada giusta: quella del vivere bene e del mangiare sano.
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Ogni giorno ci rapportiamo con qualcuno che sta seguendo un determinato tipo di allenamento o che acquista prodotti d’integrazione suggeriti dal “buon senso” o dal marketing.
Ogni giorno ci rapportiamo con qualcuno che ha mollato il piano alimentare a causa del mancato risultato o di una sopraggiunta fase di stallo.
Ogni giorno mi rapporto con qualcuno cercando di spiegare che “una catena è forte tanto quanto il suo anello più debole”.
Una frase dal significato molto profondo. Cosa significa?
Ognuno di noi può avere tutti gli obiettivi di questo mondo, impegnarsi a fondo per raggiungerli, ma se qualcosa non è efficace il risultato non arriverà mai.
La figura del Medico, del resto non è nata a caso.
È stata concepita per testare e capire cosa c’è alla base di ogni condizione fisiologica, trovare l’anello debole da sistemare e strutturare un piano d’azione.
Non esiste l’allenamento miracoloso o la dieta perfetta, esiste solo ciò che è giusto per te.
Mi spiego meglio. Se inizio ad andare in bici o a correre con l’obiettivo di dimagrire o di portare a termine una maratona, molto probabilmente non ce la farò.
Per quale motivo?
Anche se leggo, ascolto, corro, in realtà non so da dove partire, non mi conosco!
I meccanismi alla base del dimagrimento sono dettati dal metabolismo, e quest’ultimo è gestito da una serie di organi strettamente correlati tra loro.
Se ho un problema asintomatico al fegato, come ad esempio il fegato grasso, posso correre 20 ore al giorno e non dimagrire mai.
Una volta sistemato e riattivato il fegato, potrò pensare di procedere col secondo step.
Il dimagrimento è solo la conseguenza.
Stesso discorso vale per la performance.
Non potrò mai correre una maratona se non conosco il mio stato fisiologico.
Magari ho una bici da 10.000 euro e un abbigliamento super, ma un metabolismo “fuori servizio”.
Questo anello debole prenderà inevitabilmente il sopravvento indebolendo a sua volta tutta la catena!
Un check-up strutturato in maniera dettagliata e degli appositi test da laboratorio, sono alla base del tuo successo, qualsiasi cosa significhi per te.
Perché ricorda: una miriade di buoni propositi, di allenamenti ed obiettivi moltiplicati per zero, faranno sempre zero!
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Non è una questione d’estetica. Né rappresenta soltanto un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, il diabete e diverse forme di tumore.
L’obesità, condizione che in Italia riguarda un adulto su dieci (il 5% della popolazione), è oggi considerata un fattore di rischio per diverse malattie reumatiche: come l’artrite reumatoide e l’artrosi.
L’obiettivo è rafforzare la prevenzione.
Correlazione tra i chili in eccesso e articolazioni dolenti
Lo stretto legame tra obesità e malattie infiammatorie articolari è dato dal fatto che è ormai evidente l’associazione tra una maggiore incidenza dell’artrite reumatoide, la malattia cronica articolare più frequente, e l’obesità.
Diversi studi hanno dimostrato che i pazienti in sovrappeso e obesi soffrono di una forma di artrite reumatoide più aggressiva e resistente alle terapie, compresi i farmaci biotecnologici.
La prevenzione parte dalla tavola
È importante sottolineare, però, che l’obesità, essendo uno dei pochi fattori di rischio modificabili, può rappresentare un punto di intervento importante per migliorare la condizione del paziente.
Alcuni dati preliminari di studi recenti indicano come un calo ponderale, ottenuto attraverso una dieta controllata da un medico dietologo, può portare a un miglioramento sostanziale della malattia.
Chi soffre di artrite reumatoide ed è pure obeso mostra sintomi più gravi e una maggiore disabilità: qualunque sia lo stadio della malattia.
E la risposta alle terapie risulta inferiore.
Studi recentissimi effettuati dal Team Micros, in pazienti obesi trattati con il Palloncino Intragastrico Elipse, hanno messo in evidenza tra i principali benefici legati alla perdita di peso, la riduzione del dolore strettamente legato all’eccesso ponderale, dei parametri di infiammazione sistemica e del numero di articolazioni dolorose, gonfie e tumefatte, riconducibili alla malattia infiammatoria.
Si può concludere che curando l’obesità non si fa solo prevenzione ma terapia curativa.
Scopri come puoi combattere l’obesità cliccando qui www.microsclinic.it/palloncino-intragastrico/
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