Il caffè allunga la vita! Si! No! “Boh”!

Il Dr Rosa dice che ho la bile un po’ densa ultimamente, e come se non bastasse, i fattori di rischio per il mio fegato, aumentano vertiginosamente soprattutto nel week-end!!!

 

Dovrei prepararmi a due giorni di potenziale relax, ed invece, eccomi qua! Altro week-end, altra bile!

 

Ore 7, svolgo la mia sessione mattutina di spionaggio Facebook, e trovo un articolo che ha già ottenuto trilioni di commenti, like e condivisioni…

 

Bere caffè allunga la vita

 

Senza voler entrare nel merito dei blog, anche di un certo calibro (il che mi lascia abbastanza basito), mi chiedo come possano essere pubblicati articoli fondati un po’ sulla scienza e un po’ sul nulla!

 

Si, perché scrivere un articolo, in cui si traggono conclusioni assolutistiche (senza alcuna competenza in analisi scientifica) mi sembra un po’ un azzardo, infatti il danno non tarda ad arrivare!

 

A quale danno mi riferisco? Per spiegarlo in parole semplici mi affido ad Evan Williams, fondatore di Twitter che l’anno scorso esordì dicendo…

 

Credevo che il mondo sarebbe diventato automaticamente un luogo migliore, una volta che chiunque fosse stato in grado di parlare liberamente e scambiare informazioni e idee… Me ne sono pentito!!!

 

Anche un “Amen” calzerebbe a pennello!

 

Penserai… “Ma se Caio, che ha un certa autorevolezza, pubblica un articolo del genere, perché mai non dovrei crederci?”

 

Giusto, infatti non è richiesto che 7 miliardi di individui al mondo comprendano la scienza, basterebbe solo esserne consapevoli ed evitare di divulgare o consigliare ad amici e parenti in assenza di fondate certezze! Visto? Problema risolto!

 

Comunque, torniamo al caffè che salverà il mondo.

 

Lo studio in questione è “Coffee Drinking and Mortality in 10 European Countries: A Multinational Cohort Study”, lo trovi a questo link https://bit.ly/2AK56b6

 

Si tratta di uno studio effettuato su 500.000 persone sane in tutta Europa, in cui è stato analizzato se il consumo di caffè, nell’arco di 16 anni, fosse associato a tutte le cause, o a cause specifiche di morte (Cardiache e Metaboliche)

 

Bene!

 

Analizziamo quindi il tipo di studio effettuato, si tratta di un COHORT STUDY, significa uno studio effettuato su un gruppo di persone che condividono una caratteristica (Bevitori di caffè, Non bevitori di caffè).

 

Ci si è basati sull’analisi di alcuni valori ematici valutando, quindi, una sorta di incidenza epidemiologica. Infatti, tali studi, sono considerati quelli che forniscono risultati sostanzialmente affidabili nell’epidemiologia “OSSERVATIVA” (Fonte Wikipedia).

 

Per avere dei risultati più concreti, si dovrebbe effettuare uno studio “gerarchicamente” superiore, uno studio randomizzato controllato (Per saperne di più: https://bit.ly/2HwvSLe )

 

Infatti, senza perderci in ulteriori chiacchiere o tecnicismi, il limite dello studio in questione salta subito all’occhio nelle conclusioni

 

Reverse causality may have biased the findings

 

Significa “Causalità inverse hanno potuto influenzare i risultati”, che in filippino vuol dire:

 

  • E se alcuni, pur bevendo caffè, svolgevano uno stile di vita attivo e un’alimentazione sana?
  • E se alcuni, pur NON bevendo caffè, svolgevano uno stile di vita pessimo, predisponendosi a fattori di rischio e decessi?

 

Nessuno lo sa, perché non sono stati presi in considerazione situazioni simili (essenziali a mio avviso, non credi?), ci si è solamente basati sull’aspettativa di vita tra chi beveva e chi non beveva caffè, that’s it!

 

Tra le citazione di questo studio, inoltre, figurano altri studi che hanno cercato di valutare l’incidenza dell’assunzione del caffè in determinate patologie

 

Ecco un esempio:

  • Studio: Assunzione di caffè per la cura della steatosi Epatica ( https://bit.ly/2Fl49HC )
  • Conclusione: In conclusion, our study suggests that coffee intake was not associated with any lower oddsfor hepatic steatosis in either non-alcoholic or alcoholic forms
  • Traduzione: In conclusione, il nostro studio suggerisce che il consumo di caffè non è associato ad una diminuzione della steatosi epatica alcolica e non-alcolica

 

Dunque, il caffè allunga la vita?

 

Si, No, Non si sa! Fin quando non verranno effettuati studi scientifici di una certa caratura, o comunque delle revisioni (o meta analisi) della letteratura di riferimento, non è possibile stabilire se ci troviamo dinnanzi all’elisir di lunga vita. Inoltre, la medicina, è una scienza dalle 1000 sfaccettature (Per dire mille).

 

Almeno posso berlo?

 

Certo che si! Previo stop del medico, il classico caffè al giorno puoi assumerlo senza problemi, goditelo con amici/che, fidanzato/a, parenti, insomma con chi vuoi, ma pensare di arrivare a 150 anni……………………………

 

Andrea Romeo

La nostra Identità è nel Cibo!

Tempo di lettura: 3 minuti

 

Siamo ciò che mangiamo” è la nota citazione di Ludwig Feuerbach, estrapolata dalla recensione dello stesso ad un libro sull’alimentazione scritto da Jacob Moleschott (Dell’alimentazione: trattato popolare, 1850).

 

Niente di più vero è stato affermato quasi 200 anni fa, concorderete con me.

 

Infatti il cibo rappresenta le fondamenta della nostra cultura: ad esso sono collegati secoli di storia nei quali gli uomini si sono formati grazie alla caccia, alla pesca, alla semina e ai raccolti.

 

Effettivamente tutto quello che oggigiorno scegliamo, compriamo, cuciniamo e mangiamo è lo specchio della nostra persona, la perfetta proiezione di insegnamenti, abitudini e gusti estremamente soggettivi.

 

Bene, non era difficile spiegare questa definizione, ma ci sono altre considerazioni che meritano la nostra attenzione.

 

Dalla scelta del cibo alla tavola ci sono dei passaggi che presuppongono a loro volta una serie di altri step che spesso non consideriamo.

 

Uno di questi riguarda la nostra salute, sia attuale che futura.

 

Mai come al giorno d’oggi c’è un’attenzione maniacale all’etichetta, alla provenienza, alle calorie, ai principi nutritivi e soprattutto alle intolleranze.

 

Un piano alimentare ben equilibrato e soprattutto adeguato alle esigenze della singola persona è una ricchezza inestimabile, ma spesso lo dimentichiamo.

 

Tutto ciò che ingeriamo infatti, oltre ad essere necessità e sostentamento, deve essere sinonimo di salute e benessere, ruolo fondamentale che abbraccia anche le nostre abitudini.

 

Ciò a cui spesso non facciamo caso è proprio il fatto di possedere tutti gli strumenti per condurre una vita che non rinuncia allo stare bene, dall’alimentazione alle attività sportive.

 

Basterebbe solo prendere coscienza dell’immenso patrimonio salutare che ci è stato tramandato nei secoli e ritornare là dove si stava bene: coltivare i frutti della terra, allevare gli animali in libertà e non negarsi la possibilità di un contatto all’aria aperta con la natura circostante.

 

Scegliere la giusta filosofia di vita renderà il nostro percorso meno impervio, soprattutto per tutelarlo di fronte alle innumerevoli “bugie alimentari” che assorbiamo e compriamo ogni giorno tra gli scaffali delle grandi catene di distribuzione.

 

Micros è il luogo giusto per cominciare ad essere consapevoli.

 

È il Tuo punto di partenza per uno stile di vita sano.

 

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Cibo: da Dove Viene?

Tempo di lettura: 3 minuti

 

È possibile ricostruire il percorso degli alimenti che giornalmente troviamo dentro i supermercati?

 

Entrare nelle grandi catene di distribuzione alimentare è paragonabile ad un viaggio nel mondo.

 

Negli ultimi anni infatti la proposta dei cibi è più varia rispetto a qualche decennio fa: si trovano frutti e ortaggi di origine esotica che prima sconoscevamo e anche il reparto della carne ha imparato ad accogliere tagli e generi che nel passato era impensabile magiare, a meno che non si trattava di un’usanza di quel luogo.

 

Tuttavia è utile fare una constatazione.

 

Quante volte ci chiediamo da dove arriva il cibo che compriamo e mangiamo?

 

Se ci soffermiamo al reparto ortofrutta, la maggior parte dei prodotti che si trova davanti ai nostri occhi ha una provenienza chiara, ovvero non subisce grandi spostamenti o mutazioni.

 

Nello specifico, sia per i prodotti confezionati che per quelli venduti sfusi è obbligatorio evidenziarne le caratteristiche specifiche commerciali (varietà, origine, categoria, eventuali additivi aggiunti e possibile calibro).

 

La provenienza delle arance che troviamo sulle nostre tavole ad esempio è quasi indiscussa poiché il territorio siciliano è il padre degli agrumi.

 

È anche vero che via via le nostre coltivazioni si stanno adattando a tutte le varietà di frutta e verdura del mondo, clima e condizioni territoriali permettendo, così da minimizzare l’importazione degli stessi.

 

Il settore della carne invece è più complesso.

Un animale può nascere in un luogo, essere allevato e macellato in un altro posto e cibato con cereali di chissà quale altra provenienza.

 

E tutti gli altri cibi confezionati che vediamo inondare scaffali dei supermercati, carrelli e credenze casalinghe?

 

Recentemente è nata la buona abitudine di improntare un’indagine su tutti quegli alimenti denominati industriali.

 

Tutelare le nostre scelte motivandole non fa altro che farci acquisire la consapevolezza del “mangiare sano”, di optare cioè per un prodotto del territorio, soprattutto se coltivato in condizioni assolutamente biologiche.

 

Micros crede fortemente in questa filosofia alimentare e ha lo scopo di diffonderla, sia nel campo dello sport che in quello della salute.

 

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La Colazione dello Sportivo!

Tempo di lettura: 3 minuti

 

Tra i tanti ridondanti ritornelli nel mondo dell’alimentazione e della nutrizione sportiva c’è sicuramente quello che dice: “la colazione è il pasto più importante”.

 

Dato che a noi di Micros non piace fermarci ai luoghi comuni, ma ci piace capire e comprendere cosa ci sia di vero dietro certe affermazioni, andiamo a vedere se realmente la colazione ha un ruolo così importante nella nostra dieta.

 

Primo punto importante da chiarire è che non esistono pasti più importanti di altri, ma che in fin dei conti saranno le calorie totali ed i macronutrienti introdotti in una giornata/settimana a fare la differenza!

 

La colazione non fa eccezione in questo, dato che il cibo introdotto verrà metabolizzato esattamente nello stesso modo in cui è metabolizzato il cibo che mangi a pranzo o nello spuntino pomeridiano.

 

In secondo luogo l’importanza che la colazione può assumere dipende molto dalle abitudini e dallo stile di vita del soggetto: ad esempio alcune persone non sono abituate a fare una colazione abbondante, per cui per questi soggetti un’imposizione di un pasto mattutino non conforme alle loro abitudini potrebbe essere più una fonte di stress che altro.

 

Ora dopo aver messo in prospettiva questo tanto venerato pasto, andiamo a vedere quali vantaggi può offrire ad uno sportivo una colazione bilanciata e come dovrebbe essere composta.

 

Possiamo individuare tre vantaggi importanti che uno sportivo può trarre dall’abitudine di fare una bella colazione abbondante.

 

Primo vantaggio, sicuramente, si ha nella prevenzione degli attacchi di fame che possono cogliere un soggetto nelle ore intermedie della mattina.

 

Infatti, proprio in seguito a questi attacchi di fame, si tende ad introdurre cibi non proprio salutari e che contribuiscono all’aumento del peso, cosa già non positiva in un soggetto “normale”, figuriamoci in uno sportivo.

 

Il secondo vantaggio potrebbe essere quello di riuscire a fornire tutti quei macro e micro nutrienti, il cui fabbisogno di solito risulta aumentato nello sportivo.

 

Proteine, carboidrati, vitamine e minerali non dovrebbero mai mancare nella colazione di uno sportivo, dopo approfondiremo questo punto.

 

Terzo vantaggio, ma non meno importante, lo ha lo sportivo che è abituato ad allenarsi la mattina.

 

In questo caso una nutriente e sana colazione non diventa solo importante ma direi fondamentale!

 

Ora dopo aver visto i vantaggi che potresti avere dall’iniziare la giornata con un pasto bilanciato, andiamo a vedere quali sono i macronutrienti ed i micronutrienti e qualche alimento da cui trarre vantaggio.

 

Innanzitutto, i carboidrati!

 

Sono la benzina dello sportivo e non devono mai mancare nella sua colazione.

 

In questo caso sono da preferire alimenti integrali e nutrienti: avena, fiocchi d’avena, crusca di grano sono alcuni suggerimenti che possiamo darti.

 

Passiamo alle proteine!

 

Il loro fabbisogno è aumentato in uno sportivo quindi perché non sfruttare la colazione come pasto per contribuire a questo necessario surplus.

 

Scegli fonti magre come yogurt greco, skyr o in qualche caso delle proteine in polvere con le quali fare un bel frullato.

 

Per quanto riguarda i micronutrienti, cioè vitamine e minerali, non devi assolutamente trascurali, perché sono il lubrificante per il tuo motore e senza questi prima o poi i pezzi si rompono!

 

Dove prenderli?

 

Frutta e verdura, ovviamente!

Scegli frutta di stagione e utilizzala per condire il tuo yogurt o la tua tazza di porridge con farina d’avena.

 

Quindi la colazione non sarà necessariamente il pasto più importante, ma all’interno di un’alimentazione sana e bilanciata rappresenterà sicuramente un tassello chiave!

 

Sai come si dice: “chi ben comincia è già a metà dell’opera”!

 

Quindi perché non iniziare nel migliore dei modi?!

 

Scopri i nostri SERVIZI DI NUTRIZIONE per migliorare la qualità della tua vita!

 

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Dalla Terra alla Tavola. I Sapori dimenticati della nuova Tradizione.

Tempo di lettura: 3 minuti

 

Ricordi quando, da bambino, vivevi in campagna e con i tuoi nonni ti dedicavi alla raccolta delle primizie dell’orto e ad accudire gli animali.

 

Ricordi il sapore delle verdure, della carne e di tutti i prodotti della fattoria.

 

Li riconosci in questo presente? Sono ancora persistenti?

 

L’arte, o meglio l’usanza della macellazione, è un processo che, molto più spesso di quanto si immagini, non si sa neanche come è sviluppato.

 

Effettivamente, la maggior parte degli utenti che consumano la carne, la comprano dal macellaio di fiducia o nelle grandi catene di distribuzione alimentare.

Già “morto”, confezionato e fermo, immobile, pronto per essere destinato alla degustazione e infine alla digestione.

 

Chiedersi cosa accade nel tragitto tra i campi e il banco frigo è un dovere morale.

 

In un epoca dove tutto è possibile e niente è consentito, questa pratica tende a limitare e a danneggiare le piccole imprese artigianali dove gli allevatori amano tornare alla tradizione.

 

Per il consumatore medio, cosa comporta questo tipo di scelta?

 

Nella tradizione significava credere in una catena alimentare sostenibile, gustare un prodotto dal sapore netto e deciso, di terra e di lavoro.

 

Identificare un animale ad un sapore è una di quelle certezze che via via sta scomparendo.

 

Non siamo più certi di quale sia davvero il gusto di una cosa se, forse, non l’abbiamo mai assaporata veramente.

 

Ancora una volta le verità si sovrappongono ed escludono a vicenda.

 

Un macello all’aria aperta è un concetto altamente morale: è il luogo dove la trasparenza e la garanzia fanno da padrone ad una carne pulita; è la dimensione della tradizione che cerca di resistere ad un presente commerciale.

 

Cos’è la libertà di decidere di acquistare un pollo direttamente nell’azienda in cui ha vissuto?

 

È, o dovrebbe essere, un diritto costituzionale.

 

L’utente sarebbe svincolato da una precostituita e finta scelta libera al supermercato (cibo preconfezionato) e potrebbe andare personalmente a comprare il pollo, le sue uova, gli ortaggi e la frutta nell’azienda dove quell’animale è stato allevato, dove quegli ortaggi sono stati coltivati.

 

Gli italiani, si sa, possono scherzare su tutto, tranne sul cibo.

 

Mangiare responsabilmente vuol dire anche attenzione e cura.

 

Se abbiamo un grande patrimonio da preservare, come gli sterminati campi e le aziende che crescono gli animali in libertà e senza additivi o mangimi chimici, perché non dobbiamo affidarci ad essi?

 

Avremmo a disposizione alimenti sani e controllati, non soggetti a lunghi viaggi che li modificano.

 

Micros lo sa bene e ci tiene a proteggere questa filosofia alimentare proponendo ai suoi clienti una nuova, e allo stesso tempo tradizionale, concezione sana di salute e benessere, fisica e nutritiva.

 

Tu, quanto sei disposto a sapere?

 

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Riscopriamo i Cibi del Nostro Territorio!

Tempo di lettura: 3 minuti

 

L’appetito vien mangiando” recita un noto proverbio, tuttavia non siamo molto d’accordo con quanto espresso.

 

Al giorno d’oggi con un solo euro si possono comprare: 1200 Kcal di patatine o biscotti, 875 Kcal di bibite gassate ma anche 250 Kcal di carote o 170 Kcal di succo concentrato di frutta.

 

Il nostro atteggiamento nei confronti del cibo è variabile: è come se avessimo uno stomaco dalla forma elastica, che riesce cioè a plasmarsi di fronte alle porzioni che gli vengono sottoposte.

 

La storia dei nostri avi raccoglitori e cacciatori però ci fornisce una giusta spiegazione.

 

Considerando l’incostante possibilità di cibarsi, ogni qual volta si presentava l’occasione di fare una generosa scorpacciata, questi non si tiravano mai indietro.

 

Subentrava così la volontà di tutelarsi in previsione dei periodi di magra.

 

Il “gene risparmiatore” si innesca proprio in questi casi, assicurandosi una quantità di riserve alimentari per i periodi di carestia.

 

A fronte degli anni 2000 la situazione cambia.

 

Nasce il cibo da fast-food: panini, patatine, crocchette di pollo, frullati, tutti pasti super energetici, ricchi cioè di grassi e zuccheri.

 

Poterseli permettere tra l’altro non richiede neanche un dispendio di risorse economiche esagerato come abbiamo detto prima.

 

La catena alimentare li ha resi economici e facilmente reperibili.

 

Si sa, quando c’è cibo a poco prezzo, la gente mangia di più, quindi ingrassa.

 

È solo una questione di leve psicologiche.

 

Ed è proprio l’eccessivo abuso di questi alimenti che può provocare il diabete di tipo II perché il meccanismo che controlla i livelli di glucosio nell’organismo va in tilt.

 

Come sappiamo lo zucchero è la causa scatenante dell’aumento di peso, insieme ad altri fattori genetici o abitudinari, perché si trova ormai in qualsiasi alimento, semplice o complesso (bibite, merendine, ketchup, senape, pane, cereali, hot dog, prosciutto e persino Coca-cola).

 

Per attirare il pubblico infatti, le grandi catene di distribuzione alimentare, come i fast-food, hanno elaborato una strategia di marketing che gioca molto sull’aspetto psicologico della nutrizione.

 

Dopo un’attenta indagine sul comportamento dei consumatori hanno appurato che abbassando leggermente i prezzi e aumentando il formato invogliavano gli utenti finali a spendere di più.

 

Ecco spiegato il supersizing: “l’unica big soluzione” che sazia di più, costa di meno ed evita al consumatore l’imbarazzo di tornare la seconda volta.

 

L’industria alimentare nel corso degli anni ha quindi trovato soluzioni “sempre più raffinate” per venderci una grande quantità di cibo spazzatura a prezzi davvero ridicoli, manipolando i consumatori poco informati e facendogli compiere scelte poco sane.

 

Chi non ha pensato anche per un solo secondo che ci si può saziare di più con una porzione di patatine piuttosto che con un succo di frutta?

 

Il principio della buona alimentazione dovrebbe impedirci anche solo di confrontare le due possibilità.

 

A scapito di un’alimentazione ipercalorica basata su cibi preconfezionati e assemblati da grandi catene di distribuzione, non sarebbe più giusto, per la salute, scegliere i prodotti del nostro territorio?

 

Una terra ricca di preziose materie prime che, con i loro nutrienti, sono in grado di fornirti il giusto apporto di calorie, soddisfacendoti sia in termini di gusto che di benessere.

 

Pensa alle immense distese di agrumeti, di ulivi, alle masserie dove si ritorna alla tradizione casearia, alle più svariate coltivazioni di ortaggi…

 

Noi di Micros crediamo nel territorio e proponiamo sempre ai nostri pazienti dei piani alimentari che rispettano la nostra filosofia di lavoro e di vita.

 

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Conoscere per Sapere: Scienza o Illusione?

Tempo di lettura: 3 minuti

 

Hai un dubbio o una curiosità che ti attanaglia da tempo e non sai dove informarti?

 

Come ti comporti? Quali sono le fonti che alla fine scegli?

 

La Scienza o i Media?

 

È un discorso al quale non diamo molta importanza a causa dei mezzi d’informazione dai quali siamo circondati, senza considerare la fiducia che riponiamo con estrema facilità a tutto ciò che leggiamo o ascoltiamo.

 

La questione è molto delicata e decidere di dare per certo la prima cosa a cui ci approcciamo, può rivelarsi pericoloso!

 

“Fai tutto il possibile per evitare di ingannare te stesso pensando che qualcosa fosse vera quando non lo è realmente, o viceversa”. (Neil Tyson)

 

Questa è una delle frasi che dovremmo sempre tenere a mente quando ci troviamo di fronte ad un articolo, soprattutto sulla salute.

 

Il metodo scientifico sta alla base di tutti i risultati ottenuti all’interno di uno studio.

 

“Conducete degli esperimenti per testare la vostra ipotesi e dategli valore in proporzione alla solidità delle vostre prove”. (Galileo Galilei)

 

La scienza scopre le verità oggettive.

 

La stampa, invece, trae in inganno il pubblico mettendo in risalto un documento scientifico appena pubblicato e spacciandolo per “verità assoluta“, magari indicando l’eccellente curriculum accademico degli autori.

 

Quante volte hai letto articoli che consigliavano di non mangiare determinati alimenti per poi asserire l’opposto la settimana dopo?

 

Immagino già la risposta! La nostra Scienza applicata allo Sport ne subisce giornalmente le ripercussioni!

 

Ma come è possibile? Perché tutti questi studi scientifici si contraddicono a vicenda?

 

Prima di discuterne, dobbiamo capire cos’è la Scienza e come funziona.

 

I risultati di ogni singolo studio sono dipendenti da come è stato progettato, dalla tipologia di persone scelte (sedentari, atleti, obesi, normopeso, uomo, donna), dalle condizioni ambientali testate, dal momento della giornata in cui il test è svolto, dall’alimentazione dei soggetti, e così via.

 

È ovvio che due studi, per essere confrontati, devono soddisfare gli stessi fattori.

 

Uno studio effettuato in provetta, non necessariamente funzionerà anche per il nostro organismo.

 

Una scoperta sui soggetti patologici non avrà la stessa validità su quelli sani.

 

Un tipo di allenamento validato per gli atleti d’elite, non sarà sicuramente efficace anche per gli amatori.

 

La stampa solitamente non ha la pazienza di capire tutti questi fattori, quindi l’interpretazione è spesso affrettata.

 

Questo rappresenta un vero e proprio disservizio per il lettore.

 

Tradurre la scienza in raccomandazioni pratiche è fondamentale ma non dovremmo mai farlo sulla base di uno studio singolo.

 

Quando diamo un consiglio dobbiamo innanzitutto capire con precisione a chi è riferito!

 

Ad esempio, la creatina potrebbe essere un buon integratore ma funzionerà in condizioni molto specifiche e per individui con obiettivi definiti.

 

Per gli altri atleti in condizioni diverse e con obiettivi differenti, assumere creatina “fai da te” potrebbe comportare risvolti negativi!

 

So a cosa stai pensando: è un lavoro molto complesso, impossibile da fare per te che non sei addetto ai lavori. Ma c’è sempre una soluzione a tutto.

 

Continua pure a leggere e ad informarti, è sempre utile, ma chiedi sempre conferma al professionista di fiducia!

 

Micros è affidabile perché: il nostro staff studia con attenzione le ultime pubblicazioni scientifiche affinché chi si affida al nostro metodo, e quindi all’indiscutibile verità della scienza, è fortemente difeso dalla disinformazione che si propaga giornalmente su internet e sui media.

 

Se vuoi affidare la tua salute e la tua passione per lo sport ad una equipe competente e seria,la tua scelta non può essere che MICROS!

 

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Una catena è forte tanto quanto il suo anello più debole!

Tempo di lettura: 2 minuti

 

Ogni giorno ci rapportiamo con qualcuno che sta seguendo un determinato tipo di allenamento o che acquista prodotti d’integrazione suggeriti dal “buon senso” o dal marketing.

 

Ogni giorno ci rapportiamo con qualcuno che ha mollato il piano alimentare a causa del mancato risultato o di una sopraggiunta fase di stallo.

 

Ogni giorno mi rapporto con qualcuno cercando di spiegare che “una catena è forte tanto quanto il suo anello più debole”.

 

Una frase dal significato molto profondo. Cosa significa?

 

Ognuno di noi può avere tutti gli obiettivi di questo mondo, impegnarsi a fondo per raggiungerli, ma se qualcosa non è efficace il risultato non arriverà mai.

 

La figura del Medico, del resto non è nata a caso.

 

È stata concepita per testare e capire cosa c’è alla base di ogni condizione fisiologica, trovare l’anello debole da sistemare e strutturare un piano d’azione.

 

Non esiste l’allenamento miracoloso o la dieta perfetta, esiste solo ciò che è giusto per te.

 

Mi spiego meglio. Se inizio ad andare in bici o a correre con l’obiettivo di dimagrire o di portare a termine una maratona, molto probabilmente non ce la farò.

 

Per quale motivo?

 

Anche se leggo, ascolto, corro, in realtà non so da dove partire, non mi conosco!

 

I meccanismi alla base del dimagrimento sono dettati dal metabolismo, e quest’ultimo è gestito da una serie di organi strettamente correlati tra loro.

 

Se ho un problema asintomatico al fegato, come ad esempio il fegato grasso, posso correre 20 ore al giorno e non dimagrire mai.

Una volta sistemato e riattivato il fegato, potrò pensare di procedere col secondo step.

 

Il dimagrimento è solo la conseguenza.

 

Stesso discorso vale per la performance.

 

Non potrò mai correre una maratona se non conosco il mio stato fisiologico.

Magari ho una bici da 10.000 euro e un abbigliamento super, ma un metabolismo “fuori servizio”.

 

Questo anello debole prenderà inevitabilmente il sopravvento indebolendo a sua volta tutta la catena!

 

Un check-up strutturato in maniera dettagliata e degli appositi test da laboratorio, sono alla base del tuo successo, qualsiasi cosa significhi per te.

 

Perché ricorda: una miriade di buoni propositi, di allenamenti ed obiettivi moltiplicati per zero, faranno sempre zero!

 

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Non zuccheratevi il cervello: Crea Dipendenza!

Tempo di lettura: 3 minuti  

 

Che connessione esiste tra il nostro cervello e ciò che mangiamo? 

 

Apparentemente nessuna.  Ma fermiamoci un attimo a pensare.

 

Quanti di noi sfruttano il cibo per soddisfare un bisogno?

 

Quanti perché ne sono dipendenti?

 

Nessuna industria alimentare ci informa sulla gravità zuccherina di un dato prodotto. Eppure il commercio è colmo fino all’inverosimile di questi granelli bianchi e felici.

 

Dalla pasta ai dolci, dai succhi di frutta al cioccolato.

 

Ognuno di noi, ogni giorno ne assume in quantità spropositate, anche oltre il limite consentito.

 

La quantità di zucchero presente nel cibo è inimmaginabile, e molto spesso ciò che può apparentemente sembrare sano, nasconde un esercito armato di piccoli stimoli di dipendenza.

 

Cosa accade quindi nel più remoto antro del nostro cervello?

 

Il sistema di ricompensa aumenta il suo funzionamento con l’ingerimento di alimenti ricchi di zucchero provocando nell’individuo una difficile gestione della fame, cioè viene reso difficoltoso lo smettere di mangiare e al contrario viene incentivata la voglia di ricercare cibi molto zuccherati.

 

Comincia quindi un processo di assuefazione da zucchero che diventa difficoltoso da poter gestire, sia per quanto riguarda i bambini che per gli adulti.

 

Basti pensare alle pubblicità che possiamo guardare in televisione. 

 

Una ricerca effettuata dagli scienziati dell’Oregon Research Institute ha appurato come l’attività del cervello umano sia molto più stimolata da immagini che rimandano a situazioni zuccherine, come gli spot pubblicitari o la visione di cibo durante una passeggiata, rispetto a qualsiasi altra figurazione.

 

Ne deriva che, spesso, la causa di questa dipendenza, è la vulnerabilità, tallone d’Achille di molti individui, e non la pigrizia o la sofferenza come spesso abbiamo pensato.

 

L’ossessione nei confronti dello zucchero è stata addirittura considerata come una malattia genetica, come l’asma, e in quanto tale necessità una presa di coscienza da parte di chi ne soffre.

 

Non avremmo mai potuto immaginare che nel 2018, dopo le droghe e l’alcool, anche un semplice alimento come lo zucchero potesse assestarsi tra i principali rischi per la salute dell’uomo.

 

Cosa possiamo fare per mantenerci a debita distanza e condurre una vita sana? 

 

Occorre: l’autorevolezza di riuscire a gestire e controllare le emozioni correlate alla visione del cibo; la fermezza di non lasciarsi sopraffare da fuorvianti pensieri; la voglia di mantenere sano uno stile di vita.

 

Abbi cura di chi sei e di cosa mangi.

 

Un corpo che sta bene si rispecchia in una mente brillante, stimolata dalla positività e libera da ogni presupposto negativo.

 

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Sport: Come farlo diventare un piacere?

Tempo di lettura: 2 minuti   

 

A nessuno piace fare qualcosa esclusivamente per obbligo, e quando un’attività diventa una costrizione, il piacere di farla sparisce.

 

Spesso anche lo Sport ricade in questa distorsione: dobbiamo andare in palestra, dobbiamo fare tutte quelle serie, dobbiamo arrivare a quel peso…

 

Lo sport per prima cosa dovrebbe esser un piacere, un gioco sano, positivo, sfidante al punto giusto.

 

Alzare troppo l’asticella degli obiettivi o dello sforzo vuol dire ancorarsi ad emozioni negative, a sensazioni di affaticamento eccessivo e di sforzo; al contrario tenerla troppo bassa vuol dire provare noia, indifferenza, demotivazione.

 

Il senso della sfida e del cambiamento è piacevole quando sta nella via di mezzo tra la zona di Comfort e la zona di Panico: in una zona che potremmo definire di Scomfort, o Sfida. Qualcosa di non troppo noioso e familiare, ma neppure eccessivamente difficoltoso da buttarci in uno stato di panico o di frustrazione.

 

Allora, per acquisire lentamente il piacere e l’abitudine di fare uno sport, quello che puoi fare è:

  1. Inizia trovando un’attività che reputi interessante, piacevole o giocosa secondo i tuoi gusti (non perché te lo dicono altri o ci vanno tutti i tuoi amici);
  2. Pratica con gradualità, ascoltando le urla del tuo corpo quando ti invia segnali di eccessivo affaticamento;
  3. Sfidati da solo: trova delle piccole azioni che puoi fare per andare oltre il limite che già raggiungi, in modo da alzare l’asticella ogni tanto, gradualmente, da solo. Ad esempio, se hai ultimato le serie di esercizi che stavi facendo, prova a farne altri 10 ancora per mettere alla prova il tuo limite; o se hai finito le vasche di nuoto, prova a farne un’altra ancora e vedere come ti senti.

 

Per il resto, ricordati che le più comuni attività per alimentare il benessere e combattere lo stress quotidiano sono lo sport (o qualunque attività motoria), gli hobby (passioni o attività di distrazione per la mente) e il rilassamento (dalla meditazione alle attività di mental training)!

 

Per saperne di più non hai che da chiedere!

 

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