Obesità ed irregolarità del ciclo mestruale
Fonte contenuti: Mypersonaltrainer, leggi l’articolo completo su questo link (https://bit.ly/3H7LK18)
8 idee per incoraggiare i tuoi figli a mangiar sano
Ci sono molte ragioni per le quali i bambini possono rifiutare il cibo, ma è importante non arrendersi, poiché una dieta sana e varia assicurerà a tuo figlio tutti i nutrienti di cui ha bisogno per crescere e fare prevenzione.
Tutti i bambini risponderanno in modo diverso a diversi tipi di incoraggiamento, quindi ecco una serie di armi a tua disposizione! Prova un approccio alla volta e dai qualche settimana per vedere se funziona.
1. Il grafico delle ricompense
La tabella dei premi rappresenta uno stimolo semplice e chiaro per un comportamento positivo e ti consente di tenere traccia delle abitudini alimentari di tuo figlio. Dai a tuo figlio una stella o un adesivo ogni volta che finisce un pasto (o prova un nuovo cibo) e ricompensalo quando raggiunge un determinato obiettivo (10 nuovi alimenti, ad esempio). Questo trasforma il processo di provare cose nuove in un’esperienza positiva, supportata da ricompense.
2. Incoraggiamento
I bambini non necessariamente mangeranno il cibo solo perché glielo avete messo di fronte. Potrebbero aver bisogno di una piccola spinta ed è utile interagire con loro. Usare alcune frasi chiave, che giocano sul desiderio di tuo figlio di non perdere un’occasione, può incoraggiarlo a completare il suo pasto.
3. Gioca con il cibo
I bambini hanno bisogno di essere stimolati, soprattutto quando qualcosa diventa routine. Quindi, se vuoi che tuo figlio mangi bene, dissipa il mito che è brutto giocare con il cibo e inizia a divertirti.
I metodi tradizionali del “Treno nel tunnel” o dell'”Atterraggio aereo” (dove il cucchiaio diventa un veicolo per il cibo e la bocca diventa il tunnel / pista) sono ottimi per i più piccoli. Per i bambini più grandi, invece, puoi provare ad includerli in qualcosa di più creativo, creando, insieme, piatti personalizzati.
4. Glamour
Gli chef stellati lo fanno da sempre perché sanno che tutti noi mangiamo prima con gli occhi: il cibo glamour ci fa venire voglia di mangiarlo. Applicare questa logica al cibo per bambini potrebbe aiutarlo a godersi di più il pasto. Alcuni metodi da provare sono:
- Creare un arcobaleno nel loro piatto
- Utilizzare formine per biscotti per modellare il cibo
- Creare lecca lecca con le verdure
- Aggiungere codine agli alimenti usando semi macinati, frutta secca, erbe miste, cannella o cacao
- Creare animali con frutta e verdura
5. Lascia che i bambini decidano
Coinvolgere i bambini nelle proprie scelte alimentari può essere introdotto sin dalla giovane età. I bambini possono essere coinvolti durante la spesa o possono essere coinvolti nel piantare e raccogliere frutta e ortaggi. I bambini più grandi possono aiutare a preparare un programma alimentare per la settimana e partecipare alla degustazione del cibo prima che venga servito.
6. Utilizzare strumenti divertenti per mangiare
Piatti con facce e utensili sagomati possono rendere i bambini più entusiasti. Se a tuo figlio piacciono le scimmie, ad esempio, considera un piatto a forma di scimmia e un cucchiaio a forma di banana. Ci sono molte opzioni disponibili sul mercato.
7. Modelli da seguire
Chi sono i modelli dei tuoi figli? Potresti dir loro che i familiari dei suoi idoli mangiano quel cibo. Potrebbero sentirsi incoraggiati a fare lo stesso.
8. Serata a tema
Una volta alla settimana, una serata a tema in cui lasci vestire i bambini o fare qualcosa di rilevante può aggiungere creatività e interesse ad ora di cena. Pensa a quali alimenti potrebbero essere pertinenti al tema e lascia che i bambini ti aiutino a prepararlo.
Ecco alcuni temi da provare:
- Picnic sull’isola dei pirati e un tesoro con pesce, purè e gioielli (pezzetti di peperone rosso, piselli e mais dolce)
- Fata arcobaleno utilizzando cibi di diversi colori dell’arcobaleno
- Animale preferito, ad es. Fenicottero che utilizza cibi rosa come gamberi, barbabietola etc
- Atletica leggera, con alimenti che rappresentano i diversi sport, ad esempio asparagi come giavellotto, arancia come palla da basket etc
- Forme, tutto quadrato, tutto triangolare o tutto rotondo
- Paesi e culture diverse
4 consigli utili sull’alimentazione durante una convalescenza
Tempo di lettura: Meno di 2 minuti
Stai recuperando da una malattia? Ecco quali alimenti dovresti favorire
Durante la fase di ripresa, il tuo corpo lavora sodo nel tentativo di “rigenerarsi”. Qualsiasi tipo di malattia può causare astenia e inappetenza, con conseguente impoverimento di nutrienti e perdita di peso. Quindi la scelta degli alimenti corretti è essenziale per tornare in ottima salute.
Probiotici per ripristinare la flora batterica
Se il medico ti ha prescritto una dose di antibiotici per combattere una brutta infezione batterica, potresti avere diarrea e/o gonfiore. Ciò si verifica perché gli antibiotici distruggono i nostri batteri “amici” che si trovano nell’intestino e che aiutano la digestione e la prevenzione dai batteri “cattivi”.
Poiché l’80% delle nostre cellule immunitarie si trova nell’intestino, dobbiamo assicurarci che l’esercito dei nostri batteri amici sia risanato. Possiamo farlo assumendo probiotici (L bulgaricus, L casei and S thermophiles) che si trovano in: yogurt naturali e bevande probiotiche.
Proteine
Il nostro organismo distrugge e ripara i propri tessuti continuamente, e i suoi mattoncini preferiti sono le proteine che vengono utilizzate anche per produrre enzimi e ormoni. Le proteine sono un importante elemento costitutivo di ossa, muscoli, cartilagine, pelle e sangue e per questo motivo ne abbiamo un gran bisogno. Le linee guida internazionali, indicano che una persona normale, inattiva necessita di un quantitativo proteico non inferiore ad 1,2 grammi per kg di peso corporeo, ma durante la convalescenza potrebbe essere necessario un quantitativo leggermente superiore, chiedi al tuo nutrizionista di fiducia. In linea di massima trovi ottime quantità proteiche in carni magre, spinaci, pollame, pesce, fagioli, uova, tofu, noci e semi.
Vitamina C
Un altro dovere che ci viene attribuito è quello di prenderci cura delle nostre cellule! Un compito arduo, visto che non abbiamo un controllo così diretto sulla questione. Ma la buona notizia è che possiamo aiutare l’organismo ad assicurarsi buone dosi di sostanze antiossidanti che può utilizzare in autonomia. Una di queste è la vitamina C, un antiossidante vitale per aiutare la riparazione cellulare durante la convalescenza. Conosciuta anche come acido ascorbico, questa vitamina idrosolubile aiuta a stimolare i globuli bianchi che aiutano ad attaccare e a distruggere eventuali agenti patogeni invasori (No, non difende dal covid…). Pensavi di trovarne solo nelle arance vero? Sbagliato, ne trovi tantissima anche in peperoni, broccoli, fragole e kiwi.
Idratazione
Mantenersi idratati è molto importante durante una malattia. La disidratazione può portare a stanchezza, debolezza, e nausea. Potresti perdere liquidi a causa di una perdita di appetito o attraverso diarrea e vomito. Per mantenerti idratato puoi bere dell’acqua o addirittura puoi assumere le tisane che ti piacciono tanto e che coadiuvano l’eliminazione di tossine dal tuo corpo, migliorando così la capacità del tuo sistema immunitario di distruggere gli agenti che causano infezioni.
Ti ricordiamo sempre di rivolgerti al medico ed al tuo nutrizionista di fiducia e che l’informazione non sostituisce le loro competenze. Essere informati e consapevoli è solo il miglior modo per ottenere il massimo risultato dal “gioco di squadra medico-paziente”
La merenda quella giusta e nutriente per i nostri bambini
La merenda è una carica di energia tra due pasti principali, pertanto non dovrebbe superare il 10% delle calorie quotidiane. Non esiste una merenda perfetta, ogni spuntino, deve essere infatti regolato in base alle necessità ,tenendo conto del sesso, dell’età e dell’attività sportiva svolta. La merenda può essere considerata uno” spezzafame “in quanto permette di non arrivare con un senso di fame incontrollabile al pasto. Per questo motivo , non deve essere troppo vicina al pranzo o alla cena.
Quale merenda scegliere
E’ sempre importante rispettare i gusti del bambino. Frutta e verdura di stagione non dovrebbero mai mancare per garantire un corretto apporto di vitamine, sali minerali e fibre. Sarebbe utile una fonte di carboidrati complessi, ideali sono il pane con la marmellata o il miele, i cereali consumati da soli o con aggiunta di latte o yogurt. Se invece si preferisce una merenda salata, basta qualche fetta di pane con il formaggino o con il pomodoro. In questo modo garantiamo al bambino il corretto apporto di calcio, potassio, zinco, fosforo e magnesio. La frutta secca è un ottimo ingrediente da aggiungere alla frutta o alla yogurt per arricchire la merenda.
Gli snack confezionati come merendine, biscotti e patatine, sono da evitare in quanto ricchi di grassi saturi poco sani per i bambini.
La bevanda per eccellenza è l’acqua. In alternativa una spremuta fresca o un centrifugato di frutta e verdura consente il pieno di antiossidanti; se il bambino lo preferisce anche una tisana o il the possono essere utilizzati facendo attenzione alla porzione di zucchero aggiunto.
Non esiste la merenda perfetta ma quella più adeguata. Il consiglio è quello di preparare insieme al bambino piatti semplici dando spazio alla nostra fantasia creando intimità , complicità e ricordi preziosi in tempi frenetici come questi!
Vincenzo Di Raimondo – Esperto in Nutrizione Pediatrica
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Sovrappeso e Obesità: I Nuovi Stili di Vita
Tempo di lettura: 3 minuti
“La gola è uno dei sette peccati capitali” ma ciò non ci autorizza a servirci del cibo per scopi lontani dal concetto puro e semplice di nutrizione.
È importante infatti distinguere al giorno d’oggi le persone affette da “malnutrizione” (o “ipernutrizione”, che chiaramente sfocia nel patologico) e quelle che risultano “denutrite” (come accade nei paesi poveri).
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) durante l’ultimo Obesity Day (Ottobre 2017) ha ribadito la gravità della situazione in cui si trovano ormai migliaia di persone.
3 su 10 sono sovrappeso, 1 su 10 è obeso.
Ciò significa che più del 45% della popolazione ha scompensi alimentari che potrebbero versare in altrettanti squilibri salutari.
Cosa succede nella patria della “Dieta Mediterranea”?
Vengono sovvertiti i parametri nutrizionali e abitudinari che dovrebbero mantenere un organismo in salute.
Viene spontaneo pensare che nell’arco di 200 anni, dagli inizi dell’Ottocento ai primi anni 2000, sono state tantissime le scoperte di alimenti nuovi e di trasformazioni alimentari.
Non possiamo però affermare che si è trattato sempre di un plusvalore nel settore alimentare!
Chi è ancora il protagonista di questa evoluzione/involuzione alimentare?
L’essere umano, cioè la sua capacità di scegliere un alimento rispetto ad un altro.
A questi fattori si aggiunge anche lo zucchero, che si sa, insieme ai grassi, è un’importante fonte energetica per il nostro organismo.
Fin qui sembrerebbe tutto a posto ma un consumo eccessivo di questo elemento non ha di sicuro conseguenze positive.
I Fast-food sono in primis coloro che propongono un tipo di alimentazione “veloce e necessaria” che ha rivoluzionato l’idea salutare di “mangiare”.
Un corpo che assume più zuccheri di quanto dovrebbe non è in salute anzi è a rischio di molte patologie come il sovrappeso e l’obesità.
Quali sono le altre cause che hanno concorso allo sviluppo del sovrappeso e dell’obesità?
Gli stili di vita più sedentari, l’avvento della tecnologia che influisce sia sulla sfera lavorativa che sulle scelte individuali, le strategie di marketing e il binomio povertà/ricchezza dei cibi che spesso ci fa scegliere “il più dannoso solo perché più economico”.
Micros su questa situazione prende una posizione netta e definita.
Si staglia totalmente contro un’alimentazione insana e nociva, ed è contro anche gli stili di vita sedentari, cioè dove l’inattività fa da padrone.
Nessun corpo sta bene se non ha solleciti dal mondo esterno, se non svolge attività fisica e se non mangia sano.
Il nostro territorio è la madre di alimenti biologici, energici, salutari, di sterminati campi e di buona carne allevata naturalmente.
Vuoi schierarti anche tu dalla parte di Micros?
Il nostro staff può aiutarti a prendere consapevolezza e a indirizzarti verso la strada giusta: quella del vivere bene e del mangiare sano.
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Diabete e Sport: Amici o Nemici?
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Diabete e sport… Un argomento molto dibattuto nel passato, ma che oggi lancia una risposta abbastanza chiara… Praticare uno sport, qualunque esso sia, è vivamente consigliato a chi ha il diabete, ma prima è sempre meglio fare una visita medica di controllo.
Quali sono i benefici?
L’attività fisica, combinata ad una corretta alimentazione ed ai trattamenti farmacologici, permetterà di mantenere sotto controllo il diabete.
Praticare attività sportiva vi consentirà non solo di mantenere sotto controllo la glicemia, ma anche di aumentare il senso di benessere psicofisico.
Si consiglia quindi di scegliere attività divertenti e da fare in compagnia, poiché possono spingervi a porvi degli obiettivi raggiungibili e verificabili.
Lo sport, si sa, è molto importante perché:
- Aiuta il fisico a mantenersi in forma e con il giusto peso
- Aiuta a mantenere basse la frequenza cardiaca e la pressione
- Rinforza la muscolatura
- Concorre a contrastare la depressione, rinforzando l’autostima e aumentando l’energia
- Aiuta a mantenere la glicemia a livelli più vicini alla normalità, sia durante che dopo l’attività fisica
Tuttavia è necessario sottolineare che ogni organismo reagisce in modo differente all’attività fisica, è pertanto fondamentale per le persone con diabete che fanno uso di insulina o di farmaci secretagoghi controllare i valori di glicemia per valutare come il proprio organismo risponde all’esercizio fisico e, soprattutto, per evitare le ipoglicemie.
A tal proposito è indispensabile mettere a punto con il proprio Diabetologo eventuali variazioni di dosaggio.
Prima di intraprendere qualsiasi programma di attività fisica è necessario fare una visita di controllo dal proprio Medico, soprattutto se si ha il diabete.
Quale sport può fare al caso tuo?
Sono particolarmente indicati gli sport aerobici poiché contribuiscono a bruciare calorie, a migliorare il controllo del glucosio e la funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio.
È buona norma iniziare gradualmente con un’attività fisica moderata e di breve durata così che l’organismo si abitui e progressivamente si potranno allungare i tempi e l’impegno fisico.
Sono generalmente sconsigliati gli sport di contatto (pugilato, lotta libera, arti marziali da combattimento), gli sport motoristici (automobilismo, motociclismo) e gli sport che si svolgono in ambienti pericolosi (attività subacquee con uso di respiratore, alpinismo, paracadutismo).
Tuttavia, sono comunque praticabili con la dovuta preparazione atletica ed un ottimale controllo metabolico da parte di un Team Medico specializzato.
Consigli pratici:
- Misura la glicemia prima e dopo l’attività fisica (se ti viene il dubbio che sia diminuita troppo rapidamente misurala più frequentemente anche a distanza di diverse ore dal termine dell’attività).
- Sii sempre muniti di un documento di riconoscimento che attesti la condizione di diabete ed una lista di numeri d’emergenza.
- Evita la disidratazione: avere sempre a disposizione acqua e bevande reidratanti soprattutto se l’allenamento è prolungato, si suda molto o fa molto caldo.
- Contrasta un’eventuale crisi ipoglicemica: se la glicemia prima dell’esercizio è <100 mg/dl assumere carboidrati ed attendere che tali valori aumentino, tenere sempre a portata di mano bibite zuccherate e caramelle durante l’esercizio.
- Utilizza abbigliamento comodo e traspirante, scarpe adeguate (ben ammortizzate, non troppo strette e con pochi elementi di sfregatura) così da evitare lesioni e vesciche che eventualmente devono essere prontamente medicate.
Avere il diabete al giorno d’oggi non rappresenta più un limite insormontabile per svolgere le normali attività quotidiane, come l’attività sportiva.
Rivolgersi ad un Team Medico sportivo qualificato, come noi di Micros, può permetterti di intraprendere un percorso sportivo senza incedere in errori o pericoli e arrivare anche ad altissimi livelli!
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Ferma l’Asma prima che fermi Te! L’importanza della Spirometria durante la visita Medico Sportiva
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Una buona funzione respiratoria dipende dall’integrità delle strutture e dal corretto funzionamento dei complessi meccanismi fisiologici, i quali permettono un regolare apporto di ossigeno ai tessuti, compresi i muscoli.
L’ossigeno è un elemento essenziale per tutte le strutture periferiche perché fa sì che il metabolismo si orienti verso l’utilizzo fisiologico delle sostanze energetiche alimentari introdotte.
In sua assenza il nostro organismo andrebbe incontro al metabolismo anaerobico con una conseguente acidosi lattica, un esaurimento muscolare più rapido e una sensazione di fatica.
Una valida funzione respiratoria è alla base di una buona qualità di vita e permette di effettuare regolarmente l’esercizio fisico, che a sua volta induce delle modificazioni di adattamento a beneficio di strutture ed apparati, compreso quello respiratorio.
Gli adattamenti specifici del polmone allo sport sono: riduzione delle resistenze vascolari dei muscoli in attività; adeguamento della risposta cardiaca; redistribuzione del flusso ematico; termodispersione; modificazione della ventilazione.
Durante la visita medico sportiva, effettuare una spirometria basale permette una valutazione della funzione respiratoria che può portare al sospetto di asma da esercizio fisico, utile per essere poi approfondito con test specifici (spirometria da sforzo, test di broncoreversibilità).
L’asma comporta un’ostruzione transitoria dei bronchi, espressione di un’iperreattività bronchiale non specifica stimolata dall’esercizio, che si verifica in genere entro il quarto d’ora successivo ad un esercizio fisico submassimale (con impegno del 70% della massima capacità aerobica).
Purtroppo è molto più frequente di quanto venga comunemente diagnosticata: 70-80% dei soggetti asmatici (23% sogg. con asma episodico,33% asma freq.,75% asma cronico); 40% dei rinitici; 10,3% dei soggetti senza storia di asma.
I fattori che influenzano la comparsa e l’aggravamento dell’asma da esercizio fisico sono: il tipo di attività fisica; il grado di iperventilazione; le condizioni ambientali (temperatura, umidità, carica allergenica); le recenti flogosi delle vie aeree.
Tuttavia esistono alcuni meccanismi di prevenzione non farmacologici:
- Insegnare ai ragazzi tecniche di respirazione con il naso durante l’attività sportiva, tali da evitare il broncospasmo causato dall’aria fredda e secca;
- Praticare sport al chiuso o all’aperto in giornate miti ed umide, o in alternativa consigliare l’uso di un filtro per l’aria fredda (es. sciarpa);
- Effettuare un periodo di preriscaldamento prolungato (almeno 10 minuti) anche se non particolarmente intenso con un andamento intermittente che non superi il 70-80% della capacità massimale così da aumentare progressivamente;
- Una dieta costituita da alimenti con ridotte quantità di sale, ricchi di vitamine, antiossidanti ed acidi grassi omega-3 può ridurne la comparsa e la severità come dimostrato da recenti studi.
È infine importante scegliere uno sport adeguato in base alla gravità dell’asma ed alle esigenze del bambino e della sua famiglia.
Tra le attività comunemente consigliate vi sono, in ordine dal più basso rischio asmogeno: nuoto ed altre attività acquatiche (kayak, canoa), sci di fondo, ginnastica, scherma e sport di squadra (volley, basket, pallamano, hockey, calcio).
Tra le attività più asmogene, quindi sconsigliate, ricordiamo invece corsa libera e ciclismo.
La pratica sportiva del bambino e dell’adolescente con asma va incoraggiata poiché ritenuta fondamentale per un adeguato piano di gestione globale.
Non solo è utile per la crescita e l’equilibrio psico-sociale del soggetto ma è anche un buon supporto per il controllo della malattia e per il miglioramento della compliance terapeutica.
Se non riconosciuta ed adeguatamente trattata l’asma da esercizio fisico può essere la causa dell’allontanamento di molti bambini dallo sport con conseguenze sulla loro qualità di vita futura e ripercussioni socio-psicologiche.
Fermala, prima che fermi tuo figlio!
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L’importanza dello sport nei bambini!
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Si pensa erroneamente che si possa iniziare uno sport in età scolare, in realtà anche i bambini piccoli necessitano di movimento quotidiano.
Il principale consiglio per i genitori è di farli divertire senza l’aspettativa di farli diventare dei “fuoriclasse”.
Lattanti (0-1 anno)
I bambini in questa fascia di età vanno incoraggiati al movimento ed all’esplorazione dell’ambiente circostante, è consigliabile dall’età di 4-5 mesi porli su un tappeto standogli accanto, stimolando vista, tatto ed udito ciò consente di valutare le capacità neuro-motorie.
Attività consigliate: tentativi di afferrare giocattoli, rotolare e strisciare sul pavimento.
Prima infanzia (1- 3 anni)
In questa età il bambino dovrebbe svolgere almeno 3 ore di movimento al giorno ;un corso di pre -atletica per esempio permetterà al bambino di giocare, muoversi liberamente e correre, in tal modo avrà migliorato lo sviluppo motorio e la coordinazione.
Attività consigliate nel quotidiano: salire le scale, limitare l’uso del passeggino, giocare all’aperto.
Seconda infanzia (maggiore di 4 anni)
A questa età possiamo indirizzarlo verso uno sport più strutturato; il bambino imita tutto ciò che vede, se i genitori sono attivi e praticano uno sport, molto probabilmente farà più movimento e manterrà questa sana abitudine anche da adulto.
Attraverso lo sport il bambino socializza e veicola la propria energia verso un obiettivo comune nel caso di uno sport di squadra.
Attività consigliate: gioco all’aperto, nuoto, corsa, danza, tennis, calcio.
Un aspetto fondamentale dell’attività fisica è l’idratazione: l’acqua è la bevanda per eccellenza.
La valutazione delle abitudini alimentari dovrebbe essere effettuata almeno una volta l’anno, sia nel bambino che nell’adolescente, per rilevare eventuali errori dovuti ad eccessi o carenze.
Un aspetto rilevante è una corretta ripartizione degli alimenti durante la giornata, ovvero cinque pasti con la seguente distribuzione calorica : 15% colazione, 5% spuntino, 40% pranzo, 10% merenda, 30% cena, evitando così prolungati periodi di digiuno.
Saper coinvolgere il bambino nei lavori domestici o nelle attività all’aperto, come una passeggiata al mare o in montagna, permettono al piccolo di esplorare l’ambiente circostante, muoversi liberamente, stimolare le proprietà percettive, olfattive ed uditive con importanti implicazioni di ordine fisico, psicologico ed educativo: il movimento è salute.