Riscopriamo i Cibi del Nostro Territorio!

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L’appetito vien mangiando” recita un noto proverbio, tuttavia non siamo molto d’accordo con quanto espresso.

 

Al giorno d’oggi con un solo euro si possono comprare: 1200 Kcal di patatine o biscotti, 875 Kcal di bibite gassate ma anche 250 Kcal di carote o 170 Kcal di succo concentrato di frutta.

 

Il nostro atteggiamento nei confronti del cibo è variabile: è come se avessimo uno stomaco dalla forma elastica, che riesce cioè a plasmarsi di fronte alle porzioni che gli vengono sottoposte.

 

La storia dei nostri avi raccoglitori e cacciatori però ci fornisce una giusta spiegazione.

 

Considerando l’incostante possibilità di cibarsi, ogni qual volta si presentava l’occasione di fare una generosa scorpacciata, questi non si tiravano mai indietro.

 

Subentrava così la volontà di tutelarsi in previsione dei periodi di magra.

 

Il “gene risparmiatore” si innesca proprio in questi casi, assicurandosi una quantità di riserve alimentari per i periodi di carestia.

 

A fronte degli anni 2000 la situazione cambia.

 

Nasce il cibo da fast-food: panini, patatine, crocchette di pollo, frullati, tutti pasti super energetici, ricchi cioè di grassi e zuccheri.

 

Poterseli permettere tra l’altro non richiede neanche un dispendio di risorse economiche esagerato come abbiamo detto prima.

 

La catena alimentare li ha resi economici e facilmente reperibili.

 

Si sa, quando c’è cibo a poco prezzo, la gente mangia di più, quindi ingrassa.

 

È solo una questione di leve psicologiche.

 

Ed è proprio l’eccessivo abuso di questi alimenti che può provocare il diabete di tipo II perché il meccanismo che controlla i livelli di glucosio nell’organismo va in tilt.

 

Come sappiamo lo zucchero è la causa scatenante dell’aumento di peso, insieme ad altri fattori genetici o abitudinari, perché si trova ormai in qualsiasi alimento, semplice o complesso (bibite, merendine, ketchup, senape, pane, cereali, hot dog, prosciutto e persino Coca-cola).

 

Per attirare il pubblico infatti, le grandi catene di distribuzione alimentare, come i fast-food, hanno elaborato una strategia di marketing che gioca molto sull’aspetto psicologico della nutrizione.

 

Dopo un’attenta indagine sul comportamento dei consumatori hanno appurato che abbassando leggermente i prezzi e aumentando il formato invogliavano gli utenti finali a spendere di più.

 

Ecco spiegato il supersizing: “l’unica big soluzione” che sazia di più, costa di meno ed evita al consumatore l’imbarazzo di tornare la seconda volta.

 

L’industria alimentare nel corso degli anni ha quindi trovato soluzioni “sempre più raffinate” per venderci una grande quantità di cibo spazzatura a prezzi davvero ridicoli, manipolando i consumatori poco informati e facendogli compiere scelte poco sane.

 

Chi non ha pensato anche per un solo secondo che ci si può saziare di più con una porzione di patatine piuttosto che con un succo di frutta?

 

Il principio della buona alimentazione dovrebbe impedirci anche solo di confrontare le due possibilità.

 

A scapito di un’alimentazione ipercalorica basata su cibi preconfezionati e assemblati da grandi catene di distribuzione, non sarebbe più giusto, per la salute, scegliere i prodotti del nostro territorio?

 

Una terra ricca di preziose materie prime che, con i loro nutrienti, sono in grado di fornirti il giusto apporto di calorie, soddisfacendoti sia in termini di gusto che di benessere.

 

Pensa alle immense distese di agrumeti, di ulivi, alle masserie dove si ritorna alla tradizione casearia, alle più svariate coltivazioni di ortaggi…

 

Noi di Micros crediamo nel territorio e proponiamo sempre ai nostri pazienti dei piani alimentari che rispettano la nostra filosofia di lavoro e di vita.

 

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